NICOLA GAGLIARDI | |||||
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Nel presentare Nicola Gagliardi si rende indispensabile
allacciare la sua figura di creatore di forme profondamente immerse nel
tormentato mondo della scultura moderna. Innovatore ed al medesimo tempo attento
custode delle tradizioni antiche, egli opera a tutto campo sia nella propria
creatività, sia nel campo del restauro artistico, dove tuttavia lascia il "suo"
segno a testimonianza di una grande sensibilità artistica. Molti non sanno che
grande e pazientissimo lavoro stia svolgendo da anni
per
il recupero delle sculture esterne del Duomo di Milano. Sulle attuali guglie
svettano infatti le sue statue e non più quelle antiche rinascimentali o
barocche. Egli, figlio della nostra terra, così si riallaccia alle più antiche
tradizioni dello scalpello che hanno lasciato immensi tesori nei nostri musei,
chiese e piazze.
Nel Duomo di Milano operarono più di 2400 tra artisti, pittori, scultori ed architetti. L'armonizzare nei secoli il lavoro personalissimo di una così grande massa di ingegni fu cosa veramente laboriosa. Ogni opera d'arte, infatti, veniva proposta come bozzetto, poi realizzata in modello ed alla fine eseguita, dopo aver passato numerose commissioni di controllo composte da critici ed artisti tra i più affermati dell'epoca in cui veniva eseguita. Solo a questo modo di agire si deve la straordinaria unitarietà che il Duomo di Milano ha assunto nonostante il suo parto artistico sia durato ben seicento anni, iniziando in un'era predominata dal gusto gotico, per passare attraverso il rinascimento, barocco, rococò, liberty, neoplasticismo, epoca cubista e chi più ne ha più ne metta, fino ai nostri giorni nei quali il legnanese Nicola Gagliardi continua il suo apporto artistico alla Fabbrica con il rifacimento di statue delle pareti e guglie: gli originali vengono infatti riposti nel Museo del Duomo.
Egli continua di fatto una tradizione di legnanesi.
Infatti, Melchiorre Lampugnani, capostipite dei pittori legnanesi, fu uno dei preziosi artefici di gusto che ebbe modo di influenzare le tendenze artistiche e dirigere la crescita artistica dei capolavori che troviamo in Duomo grazie alla sua posizione di presidente dell'università dei pittori di Milano. Più tardi suo nipote, che abitava nell'attuale corso Garibaldi di Legnano (in antico, via per il convento di S. Angelo) fu chiamato per restauri e creazioni di nuove vetrate decorate; infatti, i grandi finestroni quattrocenteschi necessitavano di molti rifacimenti. Non solo, ma le aggiunte seicentesche alle strutture della grande Chiesa richiedevano altre vetrate aggiuntive per il completamento dell'ala est in atto in quel tempo.
Una seconda, grande famiglia di milanesi con residenza in
Legnano fu quella dei Vismara. Essi ebbero artisti eccellenti nelle loro
progenie; in particolare, a partire dal '400 nel Duomo lavorarono Gaspare,
Giovan Battista, Giuseppe ed Isidoro "Vicemala". E' loro la bellissima cappella
della Madonna dell'albero, nella quale
possiamo ammirare gli stucchi e le sculture della volta che formano un
complicato intreccio gotico nel quale traspare n senso di maturità che
preannuncia il Rinascimento pieno.
Sempre al loro scalpello dobbiamo una serie di statue di pregevole fattura che i legnanesi più curiosi ed interessati potranno andare a vedere da vicino visitando il museo della Fabbrica del Duomo, dove le statue stesse sono state ritirate dopo un doveroso restauro. Sulle guglie ardite del Duomo sono ora collocate le loro copie, alle quali sta lavorando Nicola Gagliardi. Esse da lontano garantiscono in ogni caso gli effetti originali volumetrici ed artistici d'assieme della colossale Veneranda Fabbrica, mentre le sculture antiche originali possono godere di una doverosa conservazione. Mirabile resta comunque la nuova creazione dovuta a Gagliardi, poiché le statue che escono dal suo atelier non sono copie ma assoluti nuovi capolavori che ci forniscono la filosofia della forma antica e la forza del segno moderno.
In esse si scopre per intero ed ininterrotto il travaglio artistico che ha presieduto alla costruzione del Duomo, rifuso nell'analisi critica personale di Gagliardi che non "copia" ma interpreta, con rigorosa cadenza artistica, le forme antiche diversificando il tratto dello scalpello ma fornendo in chiave attuale la grande energia di forme che il passato ci ha consegnato e riproponendo, grazie alla sua rara sensibilità, alle future generazioni un bagaglio culturale di sublime raffinatezza.
Il Supremo Magistrato della Sagra del Carroccio di Legnano
Dott. Arch. Marco Turri